Già nel 1949 la Convenzione internazionale contro la tratta aveva stabilito che la “prostituzione e il male che l’accompagna, vale a dire la tratta degli esseri umani ai fini della prostituzione, sono incompatibili con la dignità ed il valore della persona umana”.

In Italia la legge del 1958, voluta dalla senatrice Lina Merlin, fece chiudere le “case di tolleranza” e ridusse questo sfruttamento, che però è riemerso a partire dagli anni ’90 con lo sviluppo dei flussi immigratori, è ha assunto connotati ancora più terribili perché le vittime sono completamente alla mercé di trafficanti e sfruttatori.

Con la recente emergenza profughi le organizzazioni criminali hanno trovato nuove opportunità per reperire, condizionare e introdurre in Italia le vittime del mercato della prostituzione.

La tratta nel mondo

24.9000.000 vittime

sfruttamento della prostituzione, lavorativo, accattonaggio, matrimoni forzati, traffico di organi

49% donne
23% bambine
7% bambini
21% uomini
59% vittima di sfruttamento sessuale

I paesi di provenienza: Est Asiatico e Africa Sub-Sahariana

I paesi di destinazione: Europa occidentale e meridionale, Nord America

La tratta nel mondo

24.900.000 vittime

sfruttamento della prostituzione, lavorativo, accattonaggio, matrimoni forzati, traffico di organi

49% donne
23% bambine
7% bambini
21% uomini
59%

vittima di sfruttamento sessuale

I paesi di provenienza: Est Asiatico e Africa Sub-Sahariana

I paesi di destinazione: Europa occidentale e meridionale, Nord America

LA PROSTITUZIONE È SEMPRE ABUSANTE

Le donne che si prostituiscono soffrono degli stessi disturbi psicologici dei veterani di guerra, uno studio dell’Università della California ha evidenziato che il 68% soffre di sindrome da stress post traumatico.

La tratta di esseri umani e lo sfruttamento sessuale hanno come cause profonde la diseguaglianza tra uomini e donne e la povertà, aggravate dalle disparità etniche e da altre ingiustizie come i conflitti armati.
Le vittime appartengono alle categorie vulnerabili, in condizioni sociali e economiche sfavorevoli.

Dobbiamo superare il punto di vista di chi difende la libertà sessuale di “andare a prostitute”.
È una “libertà” esercitata nei confronti di una persona che non è libera e non ha scelta: soggetti deboli, a volte poco più che adolescenti, privati dei documenti, sradicati dal loro paese, non in grado di difendersi e di reagire; donne vendute, costrette con la forza o ‘esportate’ con l’inganno.
Un consenso apparentemente libero è invece una catena di sopraffazioni che culmina con il cliente, che diventa lui stesso uno sfruttatore.
È la domanda che fa il mercato, che dà impulso alla tratta e allo sfruttamento.
È la domanda che alimenta la schiavitù.

MODELLI DI INTERVENTO A CONFRONTO

Legalizzazione

Diversi studi (es. “Raccomandazione del Consiglio d’Europa su sfruttamento sessuale e prostituzione, e sulle loro conseguenze per la parità di genere”, 2013, Risoluzione Honeyball) su Germania, Danimarca e Paesi Bassi, che hanno da anni legalizzato la prostituzione, concludono che la legalizzazione aumenta la richiesta di prostitute, non riduce la criminalità e rende più difficoltosa la  punizione dei colpevoli.

Il 75-80% delle donne presenti nei bordelli olandesi e tedeschi è stata trafficata contro la propria volontà.
Nella classifica dei paesi europei coinvolti nella tratta di esseri umani ai primi posti troviamo Germania e Paesi Bassi. Si valuta che le prostitute siano almeno 400mila: quelle che si sono registrate sono 44 (dato 2012).

Contrasto alla domanda

In Svezia, Finlandia, Norvegia, Islanda, Irlanda del Nord e Francia vige il “modello nordico”, che punisce il cliente. I numeri attestano che questo è un sistema efficace, che ha esercitato un enorme deterrente sulla tratta ai fini di sfruttamento sessuale.

In Svezia il numero di persone che si prostituiscono è diminuito del 65% in seguito all’applicazione della legge, in Norvegia del 60%. Secondo la polizia svedese, il provvedimento ha esercitato un notevole effetto deterrente sulla tratta. La legge ha anche modificato l’opinione pubblica in brevissimo tempo: prima a favore della criminalizzazione del cliente era il 30% della popolazione, oggi il 70%. Al 2015 circa 18 mila sono i clienti denunciati. In Italia verrebbero liberate l’80% delle attuali schiave.

La legislazione francese è stata approvata nell’aprile 2016 e prevede che chiunque venga sorpreso con una prostituta sia multato alla prima infrazione di 1.500 € e di 3.750 alla seconda oltre a far iscrivere il reato sulla fedina penale. I trasgressori devono inoltre frequentare un corso sui danni legati alla prostituzione.
La legge dà la possibilità a chi viene da un altro paese e vive in clandestinità, perché si prostituisce, di  acquisire una residenza temporanea per cercare un altro lavoro.

MODELLI DI INTERVENTO A CONFRONTO

Legalizzazione

Diversi studi (es. “Raccomandazione del Consiglio d’Europa su sfruttamento sessuale e prostituzione, e sulle loro conseguenze per la parità di genere”, 2013, Risoluzione Honeyball) su Germania, Danimarca e Paesi Bassi, che hanno da anni legalizzato la prostituzione, concludono che la legalizzazione aumenta la richiesta di prostitute, non riduce la criminalità e rende più difficoltosa la  punizione dei colpevoli.

Il 75-80% delle donne presenti nei bordelli olandesi e tedeschi è stata trafficata contro la propria volontà.
Nella classifica dei paesi europei coinvolti nella tratta di esseri umani ai primi posti troviamo Germania e Paesi Bassi. Si valuta che le prostitute siano almeno 400mila: quelle che si sono registrate sono 44 (dato 2012).

Contrasto alla domanda

In Svezia, Finlandia, Norvegia, Islanda, Irlanda del Nord e Francia vige il “modello nordico”, che punisce il cliente. I numeri attestano che questo è un sistema efficace, che ha esercitato un enorme deterrente sulla tratta ai fini di sfruttamento sessuale.

In Svezia il numero di persone che si prostituiscono è diminuito del 65% in seguito all’applicazione della legge, in Norvegia del 60%. Secondo la polizia svedese, il provvedimento ha esercitato un notevole effetto deterrente sulla tratta. La legge ha anche modificato l’opinione pubblica in brevissimo tempo: prima a favore della criminalizzazione del cliente era il 30% della popolazione, oggi il 70%. Al 2015 circa 18 mila sono i clienti denunciati. In Italia verrebbero liberate l’80% delle attuali schiave.

La legislazione francese è stata approvata nell’aprile 2016 e prevede che chiunque venga sorpreso con una prostituta sia multato alla prima infrazione di 1.500 € e di 3.750 alla seconda oltre a far iscrivere il reato sulla fedina penale. I trasgressori devono inoltre frequentare un corso sui danni legati alla prostituzione.
La legge dà la possibilità a chi viene da un altro paese e vive in clandestinità, perché si prostituisce, di  acquisire una residenza temporanea per cercare un altro lavoro.