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Preghiera e denuncia – L’Arena

PREGHIERA E DENUNCIA.

La veglia contro la tratta promossa dalla Comunità Giovanni XXIII «Non prostitute ma schiave» In stazione il grido dei vescovi Sonia, 20 anni, nigeriana: «Ogni volta è uno stupro» Zenti: «Lasciare affondare le barche disonora la civiltà» Chiara Bazzanella «Clienti su clienti avevo lo schifo di quella vita. Oggi abito con chi mi tratta come una figlia e vado a scuola, ma la paura è sempre dietro l’angolo». Sonia, nigeriana, ha 20 anni ed è stata venduta come schiava dalla madre quando ne aveva solo cinque, consegnata a una ricca famiglia africana. Dopo essere stata violentata ripetutamente nell’adolescenza e continuamente presa a botte, è stata intercettata da una connazionale che, illudendola di restituirle la libertà l’ha costretta a diventare una prostituta, prima in una “connection house” in Libia e, dopo alcuni meLa manifestazione organizzata dall’associazione Papa Giovanni davanti alla stazione D IENNEFOTO si, sulle strade italiane. «Ho viaggiato per tre giorni su un gommone senza acqua né cibo», ha raccontato di fronte al Tempio Votivo, nel piazzale della stazione, dove il patriarca di Venezia e i vescovi del Veneto si sono uniti a decine di persone perla manifestazione organizzata dalla Comunità Papa Giovanni XXIII contro la prostituzione e la tratta. «Salvata dalla Croce Rossa mi sono rimessa in contatto con la mia “madame” che mi ha fatta riposare per qualche giorno. Poi, una sera, mi ha dato una borsetta con dentro fazzoletti e preservativi prima di trascinarmi con la forza in strada». Sonia, salvata prima da una compagna di sventura, scappata per denunciare la schiavitù cui era costretta, e poi dalla polizia, si rivolge ora a chi compra in strada i corpi delle donne. «Non scegliamo di prostituirci, siamo costrette: ogni volta che prendete il nostro corpo commettete uno stupro verso chi potrebbe essere vostra figlia o sorella». Il vescovo Giuseppe Zenti, definisce “disumaneshno” questo fenomeno allucinante che conta in Italia 9 milioni di clienti a cui sono destinate tra le 75 e le 120mila vittime di prostituzione, dí cui il 37 per cento è minorenne. La Nigeria, come emerso in questi giorni dall’allarme sul radicamento delle organizzazioni criminali nigeriane nel Triveneto e a Verona, è al primo posto come Paese di provenienza. «Tratta e schiavitù, come il lasciar affondare le barche cariche di migranti, disonorano la storia della civiltà, per colpa di uomini che dimenticano di essere tali e perdono coscienza del valore degli altri» insiste Zenti. «L’Europea deve fare grandi mea culpa. Ha approfittato dell’Africa impoverendola e ora le sbarra le porte. Le persone non si possono lasciare affondare. Le vite vanno salvate a tutti i costi». .