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Prostituta uccisa nel Modenese, da un anno e mezzo il corpo giace in obitorio – TGCOM24

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PROSTITUTA UCCISA, UNA COLLETTA PER I FUNERALI – il Resto del Carlino Modena

L’APPELLO ” prostituta uccisa, raccolta fondi per il funerale”

Prostituta sfruttata da clan albanesi sulla Via Emilia e uccisa da un cliente. La Comunità Papa Giovanni XXIII e Libera organizzano una raccolta fondi per il suo funerale.

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LA CARNE UMANA NON SI COMPRA – L’ARENA

Non si fa commercio della carne umana: per leggere l’articolo clicca qui 9FTQPI

LIBERTÀ DI PROSTITUIRSI. CHI CONSIGLIEREBBE QUESTO LAVORO AI PROPRI CARI?

14/03/2019 Sollievo per la decisione della Corte Costituzionale che con grande buon senso, di elevata dirittura morale e di profonda fondatezza giuridica ha respinto l’ipotesi che in fondo fare la escort “sia una professione come un’altra”. Comprando l’uso del corpo di una persona, anche consenziente, la si riduce comunque in schiavitù e si tradisce la tutela della dignità umana.

Rispetto al dibattito sulla prostituzione recentemente innescato sull’identità professionale delle cosiddette “escort”;  fortunatamente la Corte Costituzionale ha preso una decisione di grande buon senso, di elevata dirittura morale e di profonda fondatezza giuridica, respingendo l’ipotesi che in fondo “sia una professione come un’altra”. Tuttavia proprio la possibilità che si sia innescato tale dibattito è un ulteriore sconfortante esempio di un malinconico e crepuscolare arretramento della contemporaneità rispetto alla tutela della dignità delle persone. Usare denaro per sfruttare il corpo di un’altra persona per il proprio piacere sessuale, definizione brutale ma precisa dell’azione che fa il “cliente/consumatore”, rappresenta infatti un evidente tradimento della tutela della dignità della persona, dignità che non può non trovare dimora anche nella concreta corporeità di ogni persona. Ma comprando un corpo si tradisce anche la verità della relazione sessuale, che può essere la forma più pura e trasparente di dono e di reciprocità, e che proprio nella sua “non commercializzazione” trova la sua più completa bellezza. “Fare l’amore” non può diventare “comprare sesso”; è talmente evidente la corruzione della pienezza dell’incontro sessuale quando si mette mano al portafoglio…

Quando si fa l’amore, l’abbraccio è un gesto di donazione, è desiderio di essere una cosa sola, è contatto pieno con la bellezza dell’altro; quando “compro il corpo dell’altro per fare sesso”, sto consumando un prodotto, sto solo dando risposta ad un mio bisogno, e l’altro non è più persona, ma è semplicemente un oggetto funzionale alle mie pulsioni, ai miei istinti. Non si tratta nemmeno di “desiderio”, in questo caso, perché il desiderio fa alzare lo sguardo verso il cielo, per andare verso le stelle (“de sidera”),  per cercare risposta ad una evidente incompletezza di sé  nell’incontro con la libertà di un altro, con la bellezza del creato, con una nuova relazione con la realtà, oltre i propri limiti. Invece chi “compra sesso” si limita a riempire un vuoto, ritornando narcisisticamente su se stesso. E in questo caso l’ultima cosa che guardo, che voglio, che compro è il volto dell’altro, i suoi occhi (nella saggezza popolare “lo specchio dell’anima”…); invece quando “faccio l’amore” il volto e gli sguardi della persona amata sono un’altra delle porte che mi conducono al mistero dell’altro.

Da queste qualità antropologiche, da queste evidenze dell’umano dovrebbe derivare senza troppe difficoltà un giudizio morale lineare e non ambiguo: si comprano le cose, non le persone. Non si può comprare l’uso del corpo di un’altra persona per soddisfare la propria sessualità: rendi l’altro un oggetto, uno strumento, asservendolo ai tuoi impulsi. Lo rendi schiavo, in una parola: anche se per i pochi minuti di un rapporto sessuale comprato con pochi o tanti denari. Spesso approfittando, per di più, di persone che di quei soldi hanno bisogno, e di cui invece tu ti puoi privare.

Ma oggi le riflessioni morali sembrano costantemente graduate verso il basso, in una corsa apparentemente infinita alla libertà assoluta: così, l’unico criterio giuridicamente rilevante su cui sembra di poter discutere diventa la maggiore o libertà di chi vuole vendere il proprio corpo, fino a parlare addirittura di “violazione dei principi costituzionali della libertà di intrapresa economica”. Proponendo, però, nello stesso tempo, anche la cancellazione del reato di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Come se il nostro Paese diventasse più civile (addirittura più “imprenditoriale”!) perché si può vendere e comprare il corpo di una persona per scopi sessuali! Davvero queste sono le nuove frontiere di un Paese civile? E quanti, più o meno esplicitamente, pensano anche: “Almeno ci facciamo pagare le tasse!”, come se qualche Euro in più  di soldi pubblici rendesse meno immorale questo comportamento. E pensare che nel nostro Paese – regola di altissima civiltà – è proibito vendere gli organi, “pezzi del proprio corpo”, che invece possono essere “donati”; proprio perché il corpo fa parte integrante della persona, e quindi ne qualifica la dignità. Ma invece, se si tratta di sessualità, il corpo della persona sembra perdere il suo senso e significato, e diventa un merce qualsiasi: davvero triste (oltre che intollerabile), se ci si pensa.

A forza di “minima immoralia” continueremo a calpestare la dignità delle persone e dei loro corpi, e in più ci racconteremo che questa è una battaglia di civiltà, perché stiamo dando a ciascuno la possibilità di scegliere liberamente cosa fare del proprio corpo. E non ci si rende conto del prezzo che deve pagare proprio chi “vende”, in termini di dignità. Ma chi ci crede davvero che vendere se stessi per fare sesso al migliore offerente sia libertà? O peggio ancora: chi consiglierebbe ai propri cari questa “professione”?

* direttore del Cisf (Centro Internazionale Studi Famiglia)

La prostituzione? Non è mai una scelta! – newsrimini.it

Un centinaio. Tante sarebbero le “lucciole” che si “accendono” ogni notte lungo le strade di Rimini. Numeri della Polizia Municipale di Rimini avvallati anche dal Servizio della APGXXIII che scende in strada a portare un aiuto a queste donne.

Le nazionalità sono diverse: molte dell’Europa dell’Est alle quali si aggiungono donne cinesi e nigeriane. Identificati anche transessuali brasiliani e peruviani. Appena due le donne italiane. Le zone interessate sono le “storiche” della Statale 16 e il lungomare; mentre tra le zone emergenti ci sono quelle della chiesa di San Nicolò e territori periferici come Viserbella (dove stazionano quattro ragazze). Perfino l’incrocio tra la Tolemaide e la Statale Adriatica si è “ripopolato” di ragazze giovanissime.

Tutte donne che vengono addittate così: “Lo fanno volontariamente”. Esattamente com’è capitato a Rachel Moran. “L’avevo scelto, sì, ma stavo impazzendo”.

La Moran ha avuto una vita molto difficile. Questa americana dagli occhi di ghiaccio e dallo sguardo che pare senza emozioni, non si nasconde e non cerca scuse. Mentre parla e racconta, il suo volto non esprime emozioni? L’espressione neutra che l’accompagna, è una “capacità” di dissociarsi dalla realtà che assicura è “abilità piuttosto comune tra le prostitute”. Lo ha raccontato a Rimini, nell’evento organizzato dalla papa Giovanni XXIII, ad una Sala del Giudizio piena e silenziosa, quasi rapita dalla sua storia. Quella di una ragazza che a soli 15 anni ha cominciato a prostituirsi sulle strade di Dublino, lei scappata di casa e senzatetto. La sua drammatica vicenda è diventata un libro, Stupro a pagamento, giudicato da Jane Fonda “Una prova inconfutabile del perché la prostituzione non dovrebbe mai essere regolamentata”. Nelle parole della Moran c’è tutta la lucida, dolorosa ed emozionante capacità di descriversi e di sfatare con precisione analitica i miti sulla prostituzione.

Una vita difficile, la sua. Cresciuta in una famiglia problematica (padre affetto da bipolarismo e poi suicida e una madre schizofrenica), Rachel vive un’infanzia segnata da povertà ed emarginazione. Lei e i fratelli vivono di elemosine, per gli abitanti del quartiere sono “gli zingari”. Rimane orfana di padre ed è affidata ad una famiglia da cui scappa. La fuga per la libertà si rivela una trappola: diventa senzatetto, vive di espedienti, incontra il ragazzo che la spingerà a prostituirsi.
Per sette, infiniti anni Rachel – finita pure nel vortice delle droghe – frequenta la strada, i bordelli, gli hotel di lusso. Il risentimento crescente e il senso di vergogna la perseguiteranno per molti anni, una sensazione molto più difficile da sconfiggere del dolore.

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Redazione RiminiSocial 2.0

Prostituzione, la tratta delle minorenni africane tra mafie e social network

Le parole del Papa contro il traffico di esseri umani rompono il silenzio su un fenomeno drammatico. Sempre più giovani sulle strade, l’impegno delle organizzazioni cattoliche .

FRANCESCO PELOSO
ROMA

È una ragazza fra i 14 e i 20 anni, vive da sola o in una famiglia che ha problemi economici, spesso nel sud della Nigeria; viene avvicinata da una “maman” sui 40 anni, una donna dall’aspetto benestante che la invita ad andare in Europa dove troverà lavoro e facili guadagni. Oppure viene contattata all’interno di una delle tante chiese pentecostali sorte di recente dove pensa di trovare un ambiente sicuro, può essere un donna a parlargli o anche un «pastore». A volte viene illusa attraverso un messaggio via Facebook o Whatsapp di un futuro «fidanzato» che l’aspetta in Italia e ha già fatto domanda d’asilo e la invita a raggiungerla. In altri casi, invece, viene sottoposta a rituali magici durante i quali farà promesse che non potranno essere spezzate altrimenti succederà qualcosa di brutto a lei o ai suoi familiari.

Commemorazione per Arietta Mata

Una toccante commemorazione si è tenuta nella giornata di sabato scorso per Arietta Mata, la 24enne uccisa a Gaggio. L’iniziativa è stata organizzata dalla comunità Papa Giovanni XIII: all’evento…

Una toccante commemorazione si è tenuta nella giornata di sabato scorso per Arietta Mata, la 24enne uccisa a Gaggio. L’iniziativa è stata organizzata dalla comunità Papa Giovanni XIII: all’evento erano presenti le amministrazioni comunali di Castelfranco e San Cesario, i volontari della Protezione Civile, Carabinieri e Polizia Municipale e il vicario del vescovo Giuliano Gazzetti.

 

I 60 anni della Legge Merlin. Da aggiornare pensando alla tratta – VITA.IT

Per Giovanni Paolo Ramonda (Apg23): «Occorre introdurre sanzioni non solo verso i trafficanti, ma anche verso i clienti delle prostitute, perché con il loro comportamento sfruttano la vulnerabilità delle persone che si prostituiscono» La Comunità Papa Giovanni XXIII è tra i promotori della campagna “Questo è il mio Corpo” che conta oltre 28mila adesioni

Sono passati 60 anni dall’approvazione della Legge Merlin, la norma grazie alla quale l’Italia ha detto addio alle “case chiuse”. In occasione dell’anniversario dell’approvazione, il 20 febbraio del 1958 della legge 75, Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII osserva: «La legge Merlin va aggiornata alla luce del nuovo contesto sociale, ma sempre nella stessa direzione di tutela delle persone, in particolare delle donne. La situazione attuale non è più quella degli anni ’50, bensì è legata alla tratta di persone provenienti da paesi poveri e ridotte in schiavitù» e rilancia: «Occorre introdurre sanzioni non solo verso i trafficanti, ma anche verso i clienti delle prostitute, perché con il loro comportamento sfruttano la vulnerabilità delle persone che si prostituiscono. I clienti sbagliano! E per questo vanno sanzionati. Anche per aiutarli a cambiare. Diceva la Merlin: “Questo Paese di viriloni che passan per gli uomini più dotati del mondo e poi non riescono a conquistare una donna da soli”».

In una nota della Comunità Papa Giovanni XXIII si ricorda anche che “la Legge, ancora in vigore, non vieta la prostituzione in sé, ma chi la favorisce e la sfrutta”. La senatrice Merlin impiegò dieci anni per riuscire a far approvare la legge che chiuse le case di prostituzione.

La senatrice Merlin impiegò dieci anni per riuscire a far approvare la legge che chiuse le case di prostituzione. Dieci anni fa in 14 Paesi europei è entrata in vigore la Convenzione del Consiglio d’Europa contro la tratta di esseri umani che prevede tra l’altro la possibilità di perseguire i clienti. Sempre nel 2008, Roberto Gerali, allora referente del Servizio Antitratta della Comunità Papa Giovanni XXIII, aveva dichiarato in occasione del cinquantennale della legge Merlin: «L’articolo 3 della legge riguarda i reati di favoreggiamento della prostituzione. Molti politici vorrebbero eliminarli, mentre noi vogliamo che siano specificati ancora meglio!».

Oggi, Ramonda osserva inoltre che: «torna in campagna elettorale l’idea di riaprire le case chiuse. Si vuole colpire l’emotività dell’opinione pubblica, ma questa è una proposta vecchia, superata, obsoleta. In Olanda, ad Amsterdam, in Germania, dove da decenni ci sono bordelli regolamentati, stanno facendo marcia indietro. Perché» spiega il presidente della Papa Giovanni XXIII «sia il mercato legale che quello illegale sono in mano al racket. La prostituzione corrompe una società intera, perché distrugge la dignità della donna».

Il sessantesimo della Legge Merlin è l’occasione per ricordare l’iniziativa “Questo è il mio Corpo” che la Comunità Papa Giovanni XXIII promuove, insieme a un cartello di associazioni (tra cui Cisl, Agesci, Azione Cattolica, Forum Famiglie, Rinnovamento dello Spirito). Si tratta di una campagna di liberazione per le vittime della tratta e della prostituzione (è possibile firmare la petizione che conta oltre 28mila adesioni qui). La proposta, si ispira al modello nordico e ha l’obiettivo di ridurre sensibilmente il fenomeno colpendo la domanda e multando i clienti delle prostitute.

Femminicidio: sabato a Castelfranco Emilia veglia per Arietta, prostituta uccisa da cliente italiano – ASS. PAPA GIOVANNI XXIII

Femminicidio: sabato a Castelfranco Emilia veglia per Arietta, prostituta uccisa da cliente italiano

Appello di Ramonda (APG23): “Chiediamo la partecipazione di tutti i candidati alle elezioni e delle Autorità”

Una veglia per Arietta Mata, la giovane prostituta ungherese uccisa da un cliente italiano, si terràSabato 10 Febbraio, alle ore 21, in via Bonvino, località Gaggio, nei pressi di Castelfranco Emilia (Modena), esattamente nel luogo in cui è stata ritrovata, vicino Castelfranco Emilia.

«Sabato ci troveremo con tutte le persone di buona volontà per pregare per queste nostre sorelle vittime dello sfruttamento sessuale e per la conversione degli sfruttatori e dei clienti – affermaGiovanni Paolo Ramonda Presidente della Comunità di don Benzi, il sacerdote che primo in Italia ha lottato contro il sistema prostitutivo – Chiediamo in particolare alle autorità ed alle persone che sono candidate al Parlamento di partecipare. Noi proponiamo, in questo percorso di avvicinamento alle elezioni politiche, che i partiti appoggino delle leggi che siano in favore della donna, della famiglia, per i bambini, la vita, il lavoro».

«Arietta era arrivata in Italia – speiga Ramonda – con la speranza di una vita migliore. Questa speranza è morta lo scorso 21 Gennaio, quando Arietta è stata uccisa da un cliente italiano, il quale ha poi deturpato il suo corpo, gettandola sotto un treno. Si tratta di un altro episodio di femminicidio, di violenza sul corpo e la dignità dell’essere umano perchè donna».

La Comunità Papa Giovanni XXIII promuove, insieme ad un cartello di associazioni, l’iniziativa Questo è il mio Corpo, campagna di liberazione per le vittime della tratta e della prostituzione. La proposta, ispirata al modello nordico, ha l’obiettivo di ridurre sensibilmente il fenomeno colpendo la domanda e multando i clienti delle prostitute.