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La voce dei vescovi contro la schiavitu’ – Corriere di Verona

La voce dei vescovi contro la schiavitù

I capi veneti delle diocesi tornano a sfilare, racconti e preghiere davanti alla stazione VERONA «Fermatevi! Noi donne non siamo lì per nostra scelta, ma perché costrette». La voce di Sogna riecheggiava nel piazzale della stazione. Nel racconto di questa giovane nigeriana riuscita a «tornare finalmente libera grazie alla polizia», c’è tutto il dramma della tratta delle schiave del sesso. Un fenomeno denunciato a gran voce ieri sera dai vescovi veneti, in occasione dell’iniziativa «Migrazione senza tratta» promossa dalla Comunità Papa Giovanni XXIII. a pagina 7 Presazzi Al Tempio Votivo «Noi sulla strada costrette e a venderci» La preghiera dei vescovi per le schiave del sesso VERONA «Fermatevi! Noi donne non siamo lì per nostra scelta, ma perché costrette. E non ci sono altre parole per raccontare quel che succede: si chiama stupro. Fermatevi! Potremmo essere le vostre figlie o le vostre sorelle». La voce di Sonia riecheggia nel piazzale della stazione. Nel racconto di questa giovane nigeriana riuscita a «tornare finalmente libera grazie alla polizia», c’è tutto il dramma della tratta delle schiave del sesso. Un fenomeno denunciato a gran voce ieri sera dai vescovi veneti, in occasione dell’iniziativa «Migrazione senza tratta» promossa dalla Comunità Papa Giovanni XXIII. Un momento di incontro e di preghiera al Tempio Votivo, proprio quel piazzale che, nonostante i continui controlli da parte delle forze dell’ordine, continua a essere un crocevia delle lucciole. È stato il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia a presiedere la veglia a cui hanno partecipato anche il vescovo di Verona Giuseppe Zenti, quello di Vicenza Beniamino Pizziol e quello di Adria-Rovigo Pierantonio Pavanello. Prima di arrivare al Tempio Votivo, i prelati hanno voluto incontrare le ragazze in strada, accompagnati dai volontari della Comunità. «Anche un piccolo segno, una carezza, una preghiera, un breve momento di ascolto possono creare un rapporto diverso, di fiducia. Ho toccato l’umanità di queste donne» dice Moraglia. Umanità ricordata anche dal vescovo Zenti: «Dobbiamo risvegliare la coscienza dell’uomo in quanto essere umano La tratta nega la dignità della persona facendone un mero strumento». Giorgio Malaspina, responsabile della campagna «Questo è il mio corpo», lanciata dalla Comunità, invoca leggi più severe per contrastare la domanda dei clienti delle prostitute. Temi intrecciati con la questione dell’accoglienza. Dice Gennaro Giulietti, giovane volontario sulle navi delle Ong impegnate nei soccorsi nel Canale di Sicilia: «Chi sostiene la tesi del “bisogna chiudere le porte”, non immagina il dramma di una persona disposta ad affrontare il viaggio in mare».

Enrico Presazzi © RIPRODUZIONE RISERVATA

Femminicidio: sabato a Castelfranco Emilia veglia per Arietta, prostituta uccisa da cliente italiano – ASS. PAPA GIOVANNI XXIII

Femminicidio: sabato a Castelfranco Emilia veglia per Arietta, prostituta uccisa da cliente italiano

Appello di Ramonda (APG23): “Chiediamo la partecipazione di tutti i candidati alle elezioni e delle Autorità”

Una veglia per Arietta Mata, la giovane prostituta ungherese uccisa da un cliente italiano, si terràSabato 10 Febbraio, alle ore 21, in via Bonvino, località Gaggio, nei pressi di Castelfranco Emilia (Modena), esattamente nel luogo in cui è stata ritrovata, vicino Castelfranco Emilia.

«Sabato ci troveremo con tutte le persone di buona volontà per pregare per queste nostre sorelle vittime dello sfruttamento sessuale e per la conversione degli sfruttatori e dei clienti – affermaGiovanni Paolo Ramonda Presidente della Comunità di don Benzi, il sacerdote che primo in Italia ha lottato contro il sistema prostitutivo – Chiediamo in particolare alle autorità ed alle persone che sono candidate al Parlamento di partecipare. Noi proponiamo, in questo percorso di avvicinamento alle elezioni politiche, che i partiti appoggino delle leggi che siano in favore della donna, della famiglia, per i bambini, la vita, il lavoro».

«Arietta era arrivata in Italia – speiga Ramonda – con la speranza di una vita migliore. Questa speranza è morta lo scorso 21 Gennaio, quando Arietta è stata uccisa da un cliente italiano, il quale ha poi deturpato il suo corpo, gettandola sotto un treno. Si tratta di un altro episodio di femminicidio, di violenza sul corpo e la dignità dell’essere umano perchè donna».

La Comunità Papa Giovanni XXIII promuove, insieme ad un cartello di associazioni, l’iniziativa Questo è il mio Corpo, campagna di liberazione per le vittime della tratta e della prostituzione. La proposta, ispirata al modello nordico, ha l’obiettivo di ridurre sensibilmente il fenomeno colpendo la domanda e multando i clienti delle prostitute.

Schiava del racket della prostituzione si racconta – Ass. Papa Giovanni XXIII

Verona: in diretta su Telepace l’evento contro la tratta

Schiava del racket della prostituzione si racconta

Giovedì 8 febbraio alle ore 20.40 Telepace trasmetterà in diretta dalla parrocchia del Tempio Votivo di Verona “Migrazione senza tratta. Sì alla libertà, no alla schiavitù” in occasione della quarta Giornata internazionale di preghiera e riflessione contro la tratta di esseri umani.Durante la serata ascolteremo Sonia, oggi finalmente libera, che racconterà la sua vita da schiava in Nigeria dopo essere stata venduta all’età di 5 anni dalla famiglia. Il suo viaggio in Italia alla ricerca di un futuro migliore si è trasformato in riduzione in schiavitù ai fini della prostituzione.

Gennaro Giulietti, giovane testimone delle stragi dei migranti nel Mediterraneo, ed un giovane siriano arrivato con un corridoio umanitario, porteranno altre storie drammatiche di emigrazione forzata.

Parteciperanno: Francesco Moraglia, patriarca di Venezia; Giuseppe Zenti, vescovo di Verona;Beniamino Pizziol, vescovo di Vicenza; Pierantonio Pavanello, vescovo di Adria – Rovigo; Ugo Ceron, responsabile per il Veneto della Comunità Papa Giovanni XXIII

I canali: VERONA – VENETO 14 – 187; LOMBARDIA 187; EMILIA ROMAGNA 94; TRENTINO 13.

Scarica la cartella stampa 

Ufficio stampa:

Marco Tassinari, 328.1187801
Nicoletta Pasqualini, 349.6516690

Comunicato stampa – Ass. Papa Giovanni XXIII – 7/02/18

Prostituzione: Ramonda (APG23): «Una bestemmia giuridica ritenere la prostituzione un diritto costituzionale»

 

«Ritenere che la prostituzione possa essere definito un diritto costituzionale appare come una bestemmia giuridica. Rimaniamo sconcertati di fronte all’idea che si possa sostenere che prostituirsi porti al “pieno sviluppo della persona umana”, come sancito dall’art. 3 della nostra Costituzione».E’ quanto afferma Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità di don Benzi, il sacerdote che per primo in Italia ha lottato contro il sistema prostitutivo. Ramonda è intervenuto in merito alla decisione della Corte d’appello di Bari di ritenere fondata l’eccezione in tal senso sollevata in un processo, trasmettendola alla Corte Costituzionale.

«La legge Merlin va aggiornata alla luce del nuovo contesto sociale, ma sempre nella stessa direzione di tutela delle persone, in particolare delle donne. E’ necessario ricordare che l’Italia ha ratificato la Convenzione ONU del ’49 in cui si stabilisce che “la prostituzione ed il male che l’accompagna sono incompatibili con la dignità umana”». E aggiunge Ramonda: «Oggi la priorità è liberare le schiave; abolire la legge Merlin vorrebbe dire rinunciare ai pochi mezzi che abbiamo per contrastare la tratta delle donne».

La Comunità Papa Giovanni XXIII promuove, insieme ad un cartello di associazioni, Questo è il mio Corpo, campagna di liberazione delle vittime della tratta e della prostituzione. La proposta, ispirata al modello nordico, ha l’obiettivo di ridurre sensibilmente il fenomeno colpendo la domanda e multando i clienti delle prostitute.

ANTONIO DI PIETRO: IL MODO PER SCONFIGGERE LA PROSTITUZIONE E’ LA SANZIONE AL CLIENTE – LA7

http://www.la7.it/nonelarena/video/antonio-di-pietro-e-il-modo-per-combattere-la-prostituzione-occorre-stabilire-delle-sanzioni-per-i-21-01-2018-231993

Don Buonaiuto: “Sulle strade dei poveri, per salvare le schiave” – TG2

“Il fenomeno è esteso e drammaticamente in espansione”. Così don Aldo Buonaiuto, direttore di In Terris e membro dell’Associazione Comunità Giovanni XXIII, nel corso della trasmissione andata in onda stamattina “Lavori in corso” del Tg2, a proposito dello sfruttamento della prostituzione.

I numeri

Si stima che in Italia le donne costrette a vendere il proprio corpo siano centomila. Il 65 per cento è rappresentato dalle cosiddette “lucciole”, ragazze che si prostituiscono lungo le nostre strade. Il 37 per cento ha tra i tredici e diciassette anni. La prostituzione rappresenta una vera e propria industria, un business criminale che frutta novanta milioni di euro al mese sulla pelle di ragazze sfruttate, umiliate e violentate.

L’impegno, sulla scia di don Benzi

La Comunità Giovanni XXIII è da decenni in prima linea per salvare queste vittime del racket della prostituzione. “Siamo sulle strade dei poveri”, sottolinea don Buonaiuto. Il quale ricorda che l’intuizione di recarsi direttamente sui marciapiedi per parlare con le ragazze sfruttate, dar loro calore umano e un’opportunità di riscatto fu di don Oreste Benzi, il fondatore della Comunità Giovanni XXIII.

“Partendo dalla sua Rimini – ricorda don Buonaiuto a proposito del fondatore – don Oreste incontrava queste donne costrette sui marciapiedi. Lui le definiva schiave, ma all’epoca lo deridevano, perché nessuno capiva che sulle strade non ci sono donne che scelgono di andarsi a prostituire, ma che vengono trascinate lì con l’inganno e con il ricatto. Don Oreste ne parlava quando ancora sembravano assurdi questi concetti”.

Negli anni il numero di prostitute sulle strade, ma anche nelle cosiddette “case chiuse”, è aumentato paurosamente. Il direttore di In Terris spiega che “tante donne arrivano dalla Nigeria, giovanissime, come quelle trovate morte recentemente sui barconi. Si tratta di un fiume di ragazze giovanissime, oltre il 40% dalla Nigeria, un altro 40% dai Paesi dell’Est. Un mercato vergognoso“.

LOTTA ALLA PROSTITUZIONE – TGR TOSCANA

Centomila donne sono costrette a vendere il proprio corpo in Italia: quasi il 40 per cento di loro ha tra i 13 e i 17 anni. La Cisl sul tema ha organizzato un convegno a Firenze per chiedere una legge nazionale che fermi la domanda.

 

VEDI LA VIDEO INTERVISTA SU

http://www.rainews.it/dl/rainews/TGR/media/tos-prostituzione-firenze-cisl-5a42b6d1-f4dd-49db-9b68-d814d17a9144.html

PROSTITUZIONE, DA LUNEDÌ ORDINANZA IN VIGORE. AMMINISTRAZIONE: CONSAPEVOLI DEL RISCHIO – newsrimini

Se qualcuno ha già parlato di un’ordinanza inevitabilmente destinata ancora una volta a cadere al primo ricorso, l’Amministrazione Comunale parla di un “rischio calcolato”. Anche perché, ricordano da palazzo Garampi, se non sono gli Enti locali ad esporsi in prima linea contro la prostituzione, altre armi nella legislazione italiana non ce ne sono. E’ con queste premesse che l’Amministrazione Comunale di Rimini ricorda l’entrata in vigore della nuova ordinanza contro la prostituzione.

Da lunedì 11 dicembre diventa ufficialmente operativa, sino al 30 aprile 2018l’ordinanza contingibile e urgente che fa divieto a chiunque
di porre in essere comportamenti diretti in modo non equivoco a chiedere o accettare prestazioni sessuali a pagamento.
L’atto fa seguito alle disposizioni precedenti che il Comune di Rimini predispone per prevenire e contrastare l’insorgere e il perdurare del fenomeno criminoso dello sfruttamento della prostituzione, e della tratta di persone.

Il divieto ha validità su una serie di zone del territorio comunale dove il fenomeno si manifesta con una maggiore recrudescenza, che l’ordinanza
individua in Viale Regina Elena, Viale Regina Margherita, Viale Principe di Piemonte, Via Cavalieri di Vittorio Veneto, Via Losanna, Via Guglielmo Marconi, Via Novara, Via Macanno, Via Casalecchio, Via Fantoni, Via Emilia Vecchia, Via XIII settembre, Viale Matteotti, Via dei Mille, Via Tolemaide; su tutta la Strada Statale ”S.S. 16”- compresa tra il confine con il Comune di Bellaria-Igea Marina e il Comune di Riccione; in Piazzale Cesare Battisti, Via Savonarola, Via Mameli, Via Ravegnani, Via Graziani, Via Dardanelli, Piazzale Carso, Via Principe Amedeo; Via Varisco, in Viale Eritrea, nonché nelle aree adiacenti alle suddette strade o in prossimità delle aree di intersezione con le stesse vie elencate.

La violazione di quanto disposto dall’ordinanza – ricorda l’Amministrazione – sarà perseguita ai sensi dell’art. 650 del Codice Penale con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a 206 euro, fatto salvo che la condotta non configuri un più grave reato.
L’ordinanza dispone anche che qualunque fatto o atto ritenuto rilevante ai fini fiscali, riscontrato dall’agente accertatore nei confronti di chicchessia, nell’ambito dell’attività di controllo e di accertamento sarà portato a conoscenza all’Agenzia delle Entrate, nonché al Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Rimini, al fine di consentire la valutazione, da parte di tali organi, in merito agli accertamenti fiscali di competenza.

Questa la dichiarazione trasmessa oggi a nome dell’Amministrazione Comunale:

“La prostituzione è sfruttamento degli esseri umani e crea anche evidenti problematiche in termini di ordine pubblico e degrado giustamente contestate
dai residenti e dalle istituzioni locali – è il commento dell’amministrazione comunale di Rimini -. Come noto, questa è un’ordinanza di contrasto di nuova generazione, ispirata a quella adottata nei mesi scorsi dal Comune di Firenze, e che fonda le sue ragioni intorno alla piaga dello sfruttamento della persona, andando a punire quindi gli sfruttatori ‘a monte’ e a ‘a valle’. Il Comune di Rimini ha intrapreso questo passo con determinazione e a ragion veduta: perché se è
vero che in un vuoto legislativo e nelle contraddizioni delle leggi, gli atti degli Enti locali spesso corrono il rischio di rimanere vuoti oppure di cadere al primo ricorso, è altrettanto vero che sono gli stessi Enti locali a combattere in prima linea una battaglia quotidiana contro un fenomeno vergognoso e aberrante, dovendosi creare da soli le ‘armi’. Il rischio è dunque calcolato, preso peraltro sulla scorta delle esperienze degli anni precedenti che già avevano visto il Comune di Rimini adottare provvedimenti contingibili e urgenti. I controlli che da lunedì in poi metteranno in atto gli agenti della Polizia municipale avranno in questo nuovo strumento un impatto e una forza superiori. Perché non possiamo arrenderci all’indifferenza o alla passività del ‘tanto non si può fare nulla’”.

Maurizio Ceccarini

Cinquecento alla Bruciata contro il racket del sesso – Gazzetta di Modena

Il vescovo di Modena Erio Castellucci guida il corteo alla Bruciata, sulle orme di don Benzi: «Fermare questa forma di sfruttamento inumana»

A Modena una catena umana contro il racket del sessoQuasi cinquecento persone hanno preso parte alla catena umana alla Bruciata per dire basta al racket del sesso. Qui il vescovo Erio Castellucci che ha preso parte alla manifestazione spiega il senso dell’iniziativa. Oltre a lui parlano Paolo Ramonda dell’associazione Papa Giovanni XXIII e Serena Perini del Comune di Firenze. L’articolo

MODENA. «Rifiutiamo una forma di sfruttamento inumana».

La voce di don Erio si unisce al coro della Catena Umana contro la prostituzione.

Un fronte compatto di oltre cinquecento persone che presidia i marciapiedi di viale Ovidio. Partono dall’ingresso del Decathlon e proseguono per centinaia di metri, tenendosi per mano e osservando le auto passare davanti a loro. Stavolta nessuno si ferma per comprare sesso a pagamento, come avviene da sempre alla Bruciata e in altre zone di Modena.

Nello stesso luogo, il 23 dicembre 1997, aveva iniziato la Catena Umana don Oreste Benzi, fondatore della comunità Papa Giovanni XXIII che assiste donne sfruttate: «Don Benzi è stato minacciato più volte di morte e anche noi dobbiamo stare attenti – rivela Giovanni Paolo Ramonda, che ne ha raccolto il testimone – ma collaboriamo con le forze dell’ordine e la magistratura. Non abbiamo nulla da temere: liberare queste ragazze è una battaglia giusta».