Parma, giovani prostitute come “prodotti sul mercato”: 15 arresti dei carabinieri – Repubblica.it

Un’organizzazione economica capace di gestire 40 prostitute, la cui attività era controllata e regolata in ogni minimo aspetto. Ragazze di 20anni, portate in Italia dalla Romania, completamente sottomesse, destinate a prostituirsi sulla via Emilia (est e ovest) e in un condominio nel quartiere Montanara a Parma.

Usate come veri e propri bancomat dai loro sfruttatori, un gruppo formato da rumeni e parmigiani. Alle prime luci dell’alba, i carabinieri di Parma hanno eseguito 15 arresti per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e tentata estorsione aggravata.

Le indagini del Nucleo investigativo dell’Arma hanno appurato che le persone coinvolte agivano come singoli “imprenditori”, ciascuno con il suo giro di ragazze. Si muovevano però come una sorta di cartello della prostituzione, collaborando strettamente tra di loro per amministrare il territorio, sottoposto a uno stretto controllo, sia per monitorare l’attività sia per evitare blitz da parte delle forze dell’ordine. “Dobbiamo gestire e coordinare la convivenza dei medesimi prodotti sullo stesso mercato” si legge in una delle intercettazioniUn territorio che comprendeva la zona di San Pancrazio (via Emilia ovest) e l’area dell’ex Salamini (via Emilia est) dove il gruppo agiva in regime di monopolio. Le ragazze che volevano entrare nel giro erano costrette a pagare un corrispettivo, altrimenti venivano aggredite e picchiate. È stato proprio un episodio di questo tipo a dare il via, oltre un anno fa, alle indagini. Una donna è stata malmenata dalle stesse prostitute, aspetto che rivela, secondo gli inquirenti, il totale stato di sottomissione della vittime gestite dal gruppo italo-rumeno.

La prostituzione non veniva offerta solo in strada. In via Lago Scuro, nel quartiere Montanara, un condominio era stato trasformato in un bordello, con 12 appartamenti a disposizione dei clienti. Lo stabile era amministrato dal proprietario, un parmigiano di 75 anni (A.E.), ora agli arresti domiciliari per sfruttamento della prostituzione.

Incassava gli affitti mensili delle ragazze, cifre tra i mille e i mille e duecento euro, circa il doppio del valore di mercato degli immobili. Un altro parmigiano – C.G., 60 anni – era una sorta di factotum, preoccupandosi sia degli allacci delle utenze delle abitazioni che del trasporto delle prostitute nella “zona di lavoro”, ogni volta seguendo percorsi diversi e svolgendo poi una scrupolosa attività di monitoraggio.

Nulla infatti era lasciato al caso. Per ottimizzare i profitti gli “imprenditori” erano arrivati a calcolare anche il tempo massimo delle prestazioni delle ragazze, ridotte in uno stato di totale sottomissione. Venivano picchiate e sottoposte a pressioni psicologiche, con minacce di ritorsioni alle loro famiglie in Romania, residenti in particolare a Bucarest e Calarasi, zone da cui proviene la gran parte della vittime; un elemento di sostanziale e concreta pressione e di immaginabile capacità intimidatrice che talvolta si è manifestata tra alcuni dei soggetti coinvolti.

Una di loro era addirittura sposata con uno dei suoi sfruttatori. Rumeni e parmigiani beneficiavano inoltre di prestazioni sessuali gratuite, una sorta di “benefit” connesso al business. Riscontrato anche l’abuso sessuale delle medesime ragazze da parte dei componenti del sodalizio criminale.

Le indagini non hanno potuto precisare il volume del giro d’affari, comunque elevato, secondo gli inquirenti, visto lo stile di vita dispendioso condotto dai membri del gruppo, che giravano con macchine di grossa cilindrata.

Le misure coercitive sono state emesse dal

Gip di Parma su richiesta della Procura della Repubblica. L’indagine, avviata dal reparto operativo parmigiano nel marzo 2016.

L’ordine di custodia cautelare ha interessato 15 persone: dieci rumeni sono in carcere: sette nel penitenziario in via Burla, altri tre sono in custodia in Romania. I due parmigiani sono entrambi agli arresti domiciliari. Altre tre persone, tra le quali una donna, sono stati colpiti da divieto di dimora. (raffaele castagno)

«La prostituzione è una forma di violenza di genere» Comunicato stampa Associazione Papa Giovanni XXIII

«La prostituzione è una forma di violenza di genere»

La Comunità Papa Giovanni XXIII interviene in Senato sul femminicidio

« La prostituzione è una forma di violenza di genere. Serve una legge per sanzionare gli uomini che comprano sesso ». Sono queste le parole di Irene Ciambezi , operatrice contro la tratta della Comunità di don Oreste Benzi e autrice del recente libro-inchiesta “Non siamo in vendita” (Sempre Edizioni) sulla tratta delle minorenni sfruttate sessualmente in Italia.

La Comunità Papa Giovanni XXIII è intervenuta stamane in Senato nella Commissione d’inchiesta sul femminicidio e la violenza di genere, presieduta dalla senatrice Francesca Puglisi.

«I dati dimostrano come gli uomini che acquistano servizi sessuali siano più inclini a commettere atti di violenza contro le donne – continua Ciambezi –. Inoltre considerare normale la prostituzione ha un impatto negativo sulla percezione che i giovani hanno della sessualità».

Nel 2016 la Comunità Papa Giovanni XXIII ha accolto 150 donne vittime di tratta. Il 15% delle donne inserite nei programmi di protezione ed integrazione sono minorenni .

« Nel 2016 i femminicidi in Italia sono stati 80 (da gennaio a settembre 2016). Nel 10% dei casi le donne sono state uccise dai loro clienti mentre si prostituivano », conclude Irene Ciambezi,

La Comunità Papa Giovanni XXIII promuove, insieme ad un cartello di associazioni, l’iniziativa Questo è il mio Corpo , campagna di liberazione per le vittime della tratta e della prostituzione. La campagna chiede al Parlamento di adottare una legge, ispirata al modello nordico, che contrasti la domanda del sesso a pagamento multando i clienti. Per approfondire: www.questoeilmiocorpo.org .

Scarica le foto .

Ufficio stampa: Luca Luccitelli 340.5475343

Giovane prostitute vittime del racket – E’ allarme in città – L’Arena, Legnago – 4 giugno 2017

Sempre più giovani e sempre più sfruttate. Sono le prostitute al lavoro ogni sera nella zona industriale di San Pietro e nel parco comunale, la cui presenza, dalla fine del 2016, si è intensificata. Al punto da riacutizzare in città un problema che negli ultimi anni sembrava essersi ridimensionato. Per questo motivo, con l’inizio della primavera, forze dell’ordine e di polizia locale, Comune ed associazioni di volontariato hanno unite le forze per contrastare la tratta di queste ragazze, tutte di origine nigeriana. Sulla questione si farà il punto nell’incontro pubblico, che si svolgerà domani alle 21 nella sala civica di via Matteotti, organizzato dalla Comunità Papa Giovanni XXIII con la Vicaria di Legnago, il Comune e una ventina di sodalizi. (…)

THE GUARDIAN – Dalla Nigeria con furore