TODAY ESTATE – TV2000 puntata del 25 Agosto – Sfruttamento, abuso e tratta

Andrea Sarubbi conduce Today Estate.
Una puntata speciale dedicata allo sfruttamento del corpo delle donne. Violenze psicologiche e fisiche (fino al femminicidio ossia all’uccisione di una donna in quanto tale) per “cultura” o per semplice profitto (come la tratta delle minorenni nigeriane sulle nostre strade). Autrice: Solen De Luca. Apriamo gli occhi e non giriamoci mai dall’altra parte perché, con Today, la coscienza non va mai in vacanza.

Austria: stop al sesso a pagamento, campagna per aiuto a vittime della tratta della prostituzione – Agensir

Domenica 30 luglio è stata la Giornata internazionale contro il traffico degli esseri umani: i dati statistici mondiali diffusi dall’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga ed il crimine (Unodc) parlano di pochi casi denunciati e poche cause giungono in tribunale. Il 71% delle vittime della tratta sono donne e bambine schiavizzate e introdotte nel circuito della prostituzione. In Austria nove prostitute su dieci sono straniere, come riporta l’edizione di ieri del settimanale dell’arcidiocesi di Vienna, “Der Sonntag – la Domenica”, che cita l’attività della associazione “Solwodi – Solidarietà con le donne in difficoltà” con l’iniziativa “Stop Sexkauf – Stop sesso a pagamento”: Solwodi aiuta le donne vittime della tratta e della prostituzione forzata. La suora francescana Anna Mayrhofer, responsabile del Solwodi Austria, ha aiutato molte donne a smettere di prostituirsi e fuggire dagli aguzzini. Le donne arrivano dai Paesi dell’ex Unione Sovietica, e dell’est europeo, oltre che dall’Asia e dall’Africa. Come riporta “DerSonntag”, il contatto arriva dopo anni di sfruttamento e violenze, con il ricovero in appartamenti segreti a Vienna ed Innsbruck, dove Solwodi protegge le ex prostitute che riescono a ricostruirsi una vita. L’iniziativa propone il divieto a livello nazionale della pubblicità per la prostituzione, l’impunibilità per le schiave del sesso e la assistenza per il recupero psicofisico e il diritto di asilo. Nel 2016, 38 donne sono entrate in contatto con l’associazione, provenienti da Bulgaria, Romania, Ungheria e Nigeria: più della metà era incinta o con figli piccoli.

Traffico di essere umani, il 59% riguarda la prostituzione – Corriere Sociale

Adanna, invece, è partita dalla Nigeria che aveva 17 anni.

«Rimasta orfana, suo zio aveva tentato di abusare di lei, motivo per cui era scappata. Adescata dai trafficanti di corpi, era finita nel Nord Italia costretta a prostituirsi in strada. Usciva solo di notte, e tutto quello che guadagna doveva darlo alla “madame”, la sua protettrice. Oggi è maggiorenne, ha preso la licenza media e lavora nel settore della ristorazione».

A raccontare le loro storie, in occasione della Giornata internazionale contro il traffico di esseri umani sancita dall’Onu per il 30 luglio, è Irene Ciambezi, responsabile del servizio Antitratta della Comunità Papa Giovanni XXIII e autrice del libro “Non siamo in vendita. Schiave adolescenti sulla rotta libica”. Nel 2014 sono arrivate in Italia – il volume cita i dati dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni – circa 17mila donne, tre volte tanto rispetto all’anno precedente. La maggioranza proviene dalla Nigeria: 12mila donne trafficate negli ultimi due anni secondo il ministero degli Interni. I motivi della tratta? La prostituzione (il 59% delle vittime nel mondo viene venduto a questo fine). Qualche altro dato: in Italia si stimano fra le 75.000 e le 120.000 prostitute non per scelta, di cui il 65% è in strada e il 37% è minorenne. I clienti, invece, si aggirano intorno ai 9 milioni.

Per contrastare questo fenomeno e sconfiggere il racket dello sfruttamento, una cordata di sindacati, realtà associative ed enti pubblici ha presentato una proposta di legge (la n. 3890 del 2016) che vuole scoraggiare la domanda sanzionando i clienti come fanno già alcune legislazioni europee (per esempio in Svezia e Francia) e attivato una campagna di raccolta di firme su www.questoeilmiocorpo.org.

@CorriereSociale

Migranti, Mattarella e il Papa: tratta di esseri umani “forma di schiavitù moderna” – Repubblica.it

Nella Giornata mondiale contro il fenomeno, il Pontefice ne parla all’Angelus come di “una piaga aberrante”.

Dichiarazione del presidente della Repubblica: “Non assistere imbelli a queste tragedie”

ROMA – “Una piaga aberrante, forma di schiavitù moderna”, “un crimine atroce e inaccettabile”. Papa Francesco e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella usano entrambi parole forti per condannare la tratta di esseri umani nella Giornata mondiale contro un traffico che sta provocando migliaia di vittime.

“Ogni anno migliaia di uomini, donne e bambini sono vittime innocenti dello sfruttamento lavorativo e sessuale e del traffico di organi – dice Bergoglio durante l’Angelus – Desidero richiamare l’impegno di tutti affinché questa piaga aberrante, forma di schiavitù moderna, sia adeguatamente contrastata. Preghiamo insieme la Vergine Maria perché sostenga le vittime della tratta e converta i cuori dei trafficanti”.

Mattarella affida il suo monito a una nota: “La comunità internazionale non può assistere, imbelle, a queste tragedie. Gran parte delle vittime della tratta sono donne e bambini. Il loro grido di dolore non resti inascoltato. Il loro diritto alla vita e i loro diritti fondamentali sono strettamente connessi ai nostri. Nessun popolo o cittadino può restare indifferente finché uno solo tra gli esseri umani è costretto a vivere come schiavo. Nel Mediterraneo questo impegno ha molta attinenza con il contrasto alle bande criminali che gestiscono il traffico di migranti e profughi”.

“La tratta delle persone è un crimine atroce e inaccettabile, che si riaffaccia periodicamente nella storia dell’umanità e sfida le nostre coscienze – ha proseguito il capo dello Stato – È importante che le Nazioni Unite abbiano deciso di dedicare una Giornata mondiale contro il traffico di esseri umani, con l’obiettivo di sensibilizzare cittadini e istituzioni, richiamando ciascuno al dovere morale e alla dignità civile di una lotta senza frontiere contro queste forme di schiavitù. È necessario combattere questo traffico anti-umano con tutte le energie necessarie, e anche con una visione di insieme”.

Mattarella individua le azioni da intraprendere con urgenza: “Occorre promuovere cooperazione e sviluppo per prosciugare i bacini dell’estrema indigenza che inducono ad affidarsi a organizzazioni criminali prive di scrupoli. Occorre fermare le armi che destabilizzano intere società, per promuovere pace, diritti, civiltà. Al tempo stesso occorre individuare e colpire con strumenti adeguati le organizzazioni dei trafficanti, spezzando reti di complicità e connivenza”.

“Nel diritto internazionale la tratta degli esseri umani è distinta dal traffico illegale dei migranti, che tuttavia è sostenuto e alimentato anch’esso da spietate e sanguinarie

bande che sospingono le loro vittime verso condizioni di servitù e di annichilimento personale. La solidarietà e la civiltà degli europei vanno messe a servizio di un contrasto efficace di questi mercanti di morte”, conclude il presidente della Repubblica.

Riti VOODOO per costringerla a prostituirsi – poliziadistato.it

Donne nigeriane venivano reclutate nel loro Paese e con riti voodoo venivano costrette a prostituirsi in Italia. Questo è quanto scoperto dalla Squadra mobile di Nuoro che ha arrestato sette persone per tratta di esseri umani, immigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione.

Dalle indagini i poliziotti hanno scoperto che il centro dell’attività criminale era a Torino, dove vivono due sorelle soprannominate “Precious” e “Juliet”, le quali tenevano le file della tratta facendo da tramite tra i trafficanti in Libia e in Nigeria e gli altri loro connazionali presenti in Italia ed in vari Paesi dell’Europa tra cui Austria, Francia, Belgio, Bulgaria, Germania, Inghilterra.

Venivano illuse che in Italia avrebbero trovato un lavoro ma in realtà non era così; le donne venivano trasportate lungo le coste libiche, rinchiuse in campi profughi dove vivevano da recluse anche alcuni mesi, subendo violenze di vari tipo, in attesa di essere imbarcate su barconi di fortuna dirette in Italia.

Spesso erano rapite e vendute ad altri gruppi e liberate solo dopo il pagamento di riscatto. Per alcune ragazze si sono perse le tracce mentre per altre c’è il fondato sospetto che possano essere morte durante la traversata.

Prima di partire venivano sottoposte al rito voodoo dai trafficanti per essere vincolate al pagamento del debito con la minaccia di morte per loro e per i loro  familiari nel caso in cui non avessero pagato; il debito a volte poteva arrivare anche a 30mila euro.

Una volta arrivate in Italia, le ragazze venivano fatte scappare dai centri di accoglienza che le avevano prese in carico all’arrivo e trasportate a Torino in appartamenti sotto il controllo dell’organizzazione criminale.

Il provento illecito veniva trasferito in Nigeria con alcuni corrieri che lo occultavano in doppi fondi di valigie, negli abiti, nelle scarpe o in pacchi; il denaro veniva recapitato ad  un incaricato che provvedeva a sua volta a versarlo sui conti correnti nigeriani.

Un ruolo centrale era svolto dai gestori di un money transfert di Torino che fungevano da centro di raccolta e di smistamento del denaro illecito come fossero un istituto di credito.

Una volta trasferito in Nigeria, il denaro era utilizzato in parte per finanziare la prosecuzione dell’attività illecita, pagando i trafficanti di essere umani, in parte per effettuare investimenti speculativi in attività economiche o nel settore immobiliare.

Corriere.it – La tratta delle prostitute bambine nigeriane che arrivano in Italia sui barconi dei migranti

http://www.corriere.it/video-articoli/2017/07/17/tratta-prostitute-bambine-nigeriane-che-arrivano-italia-barconi-migranti/356e733c-6ae0-11e7-b051-36367461b8c9.shtml

C’è una strada lunga circa 40 km dove l’umanità è sospesa. È una linea che separa la terra e il mare tra il Lazio e la Campania. Si chiama Domiziana e percorrendola si incontrano centinaia di ragazze prevalentemente nigeriane, costrette a prostituirsi. Molte di loro sono ragazzine minorenni.

Da mesi infatti, stanno arrivando in questa zona, contestualmente agli sbarchi dei migranti, tante piccole donne. Come B. che i suoi 14 anni li dimostra tutti. Esile, con un corpo che non è ancora quello di una donna, gli occhi grandi. L’ha notata un artista della fotografia, Giovanni Izzo che da mesi perlustra la Domiziana segnandosi i numeri delle ragazze che gli sembrano più piccole da segnalare agli operatori sociali. Con lei c’era un’altra ragazzina, forse anche più piccola, di cui abbiamo perso le tracce.

Tremava come una foglia ma ci mettiamo poco a convincerla a scappare dalla strada. Due operatori, di cui uno nigeriano, la hanno accompagnata lontano da Castelvolturno in una struttura dove tutt’ora vive. «Sono arrivata in Italia senza sapere nulla, mi hanno detto che dovevo pagare un debito e per questo dovevo prostituirmi. Ma io non volevo, non ero mai stata con un uomo. Io ho 14 anni. Così mi hanno fatto violentare da più persone, anche utilizzando degli oggetti. Stavo male, sanguinavo. Mi hanno curato sotto una doccia con il sale. Poi mi hanno messo sulla strada». Le loro storie sono sempre simili, vengono reclutate in Nigeria, nei villaggi (la regione più gettonata è quella di Benin City). La maggior parte è convinta di venire in Italia per trovare un lavoro legale o per studiare. Qualcun’altra invece viene ceduta dalla famiglia e sa di arrivare in Italia per doversi prostituire. Affrontano un viaggio terribile che le porta prima in Libia, dove spesso vengono ripetutamente violentate, e poi fatte salire dai trafficanti di esseri umani, sui barconi che le condurranno alle coste italiane.

Durante il viaggio contraggono un debito che va 35mila a 55mila euro, un debito che dovranno estinguere diventando schiave controllate a vista da una delle madame (donna membro della banda criminale, che a sua volta si è affrancata dalla schiavitù e che gestisce le baby prostitute ndr.). Come emerge, non solo dal racconto di B. ma anche da un’indagine che la scorsa settimana ha portato all’arresto di tre persone accusate di gestire un traffico di prostitute, quando le ragazzine sono vergini, vengono fatte violentare.

Nel caso dell’indagine della procura di Napoli e dei carabinieri di Grazzanise, le baby prostitute venivano portate da «un uomo bianco» che provvedeva a «risolvere il problema». «Si sta abbassando notevolmente l’età delle ragazze nigeriane in strada – Spiega Andrea Morniroli della cooperativa sociale Dedalus – Sicuramente è una scelta delle organizzazioni criminali che cercano di avere sempre più ragazze giovani perché sono più appetibili sul mercato del sesso.Molte di queste ragazze non arrivano più con le tratte a cui eravamo abituati ma arrivano quasi tutti mischiate e confuse nei flussi profughi richiedenti asilo, sono quelle cioè, che arrivano sui barconi».

Anche Sergio Serraino di Emergency Castelvolturno è convinto che ci sia una strategia da parte dei trafficanti che vanno a prendere le ragazzine nei villaggi e le fanno viaggiare sui barconi. «Sul litorale domizio vediamo tante bambine che subiscono violenza dalla mattina alla sera per estinguere loro debito – dice l’operatore sociale Agostino Trinchese – e sono vittime della loro stessa gente. Qui la mafia nigeriana è molto radicata e le organizzazioni muovono le ragazze liberamente». «Quando ci avviciniamo con i nostri camper difficilmente ci dicono la loro vera età. Aggiunge- Morniroli – Molte ragazze nascondono la loro età perché l’organizzazione così gli ha detto di fare in quanto la prostituzione minorile in Italia è reato».

Proprio come nel caso di A. Se la guardi capisci subito che è un’adolescente ma lei alla polizia ha detto che ha 23 anni. A noi, a Izzo e a Trinchese, dopo alcune ore confessa di avere 14 anni, quasi 15. Vive in una stanza che era la cantinola di una casa. Non c’è il bagno e c’è un materasso e sopra un pupazzo di peluches. «Sono arrivata a Lampedusa dalla Libia. Mi hanno reclutata nel mio villaggio a Benin city. La mia famiglia non se la passa bene e così ho deciso di partire. Durante il viaggio mi hanno fatto parlare con la madame che mi ha detto che avrei dovuto pagare 35 mila euro di debito per il viaggio. In Libia sono stata picchiata di continuo. In Italia mi hanno prelevato dal centro di accoglienza e portata a Castelvolturno. Qui mi hanno obbligato a prostituirmi. E’ stata una mia amica ad insegnarmi come si fa perché io non sapevo nulla. Mi hanno violentata tre volte e sono anche stata derubata. Finora non sono stata in grado di pagare nulla del mio debito e sono terrorizzata. Mi minacciano di continuo e io non so che fare». Anche A. viene via con noi ed ora è in una struttura che la accoglie. Ancora non dice tutta la verità e abbiamo l’impressione che abbia paura e che ci stia nascondendo qualcosa. Però è felice. Canta e balla di continuo, anche mentre va a sporgere denuncia contro chi le ha fatto del male.

SIR – Lotta alla prostituzione: Ramonda (Com. Papa Giovanni), “adesione di Furlan a campagna ‘Questo è il mio corpo’ è tappa fondamentale”

“L’adesione alla campagna ‘Questo è il mio corpo’ del segretario della Cisl, Anna Maria Furlan, rappresenta una tappa importante nella nostra battaglia per la liberazione di tante donne sfruttate sessualmente, battaglia che don Benzi ha iniziato oltre 25 anni fa”. Lo afferma Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII (Apg23), commenta l’adesione alla campagna contro la prostituzione da parte del segretario generale Furlan, avvenuta nel corso del congresso della Cisl, in svolgimento a Roma. “Ci voleva un segretario donna, col suo genio femminile, – osserva Ramonda – per comprendere l’importanza di una battaglia di civiltà, etica e morale, che coinvolge la società nel suo intero. Non esiste una violenza di serie A o di serie B, la violenza che subiscono le donne che si prostituiscono è violenza di genere”. L’iniziativa “Questo è il mio Corpo” (www.questoeilmiocorpo.org), campagna di liberazione per le vittime della tratta e della prostituzione è promossa da Comunità Papa Giovanni XXIII, insieme ad un cartello di associazioni. “La proposta, ispirata al modello nordico, ha l’obiettivo – conclude la nota – di ridurre sensibilmente il fenomeno colpendo la domanda e multando i clienti delle persone che si prostituiscono”.

PROSTITUZIONE, Ramonda (Apg23): Tappa importante l’adesione della Furlan alla campagna “Questo è il mio corpo”

«L’adesione del Segretario della CISL, Anna Maria Furlan, rappresenta una tappa importante nella nostra battaglia per la liberazione di tante donne sfruttate sessualmente, battaglia che don Benzi ha iniziato oltre 25 anni fa».

E’ quanto afferma Giovanni Paolo Ramonda , Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII (Apg23) , in merito all’adesione alla campagna contro la prostituzione da parte del Segretario Generale Furlan, avvenuta nel corso del Congresso della CISL, che si sta svolgendo in questi giorni a Roma.

«Ci voleva un Segretario donna, col suo genio femminile, – continua Ramonda – per comprendere l’importanza di una battaglia di civiltà, etica e morale, che coinvolge la società nel suo intero. Non esiste una violenza di serie A o di serie B, la violenza che subiscono le donne che si prostituiscono è violenza di genere».

La Comunità Papa Giovanni XXIII promuove, insieme ad un cartello di associazioni, l’iniziativa Questo è il mio Corpo campagna di liberazione per le vittime della tratta e della prostituzione . La proposta, ispirata al modello nordico, ha l’obiettivo di ridurre sensibilmente il fenomeno colpendo la domanda e multando i clienti delle persone che si prostituiscono. Tutte le informazioni e gli approfondimenti sul sito questoeilmiocorpo.org .

Comune, lotta alla prostituzione da inizio anno multe per 200mila euro